Il Servizio Civile Nazionale affonda le sue radici nella storia dell’obiezione di coscienza.
Nel 1972, sotto la spinta delle azioni di protesta di organizzazioni non violente e del crescente interesse dei cittadini e di un gran numero di giovani disposti ad affrontare il carcere pur di non prestare un servizio armato, il governo approvò la legge n° 772, “Norme in materia di obiezione di coscienza”, che sanciva il diritto all’obiezione per motivi morali, religiosi e filosofici ed istituiva il servizio civile obbligatorio, sostitutivo di quello militare. L’offerta di servizio civile passa da poche decine di associazioni, nei primi anni ’80, agli oltre 3.500 Comuni, alle decine di Università, alle oltre 200 Unità Sanitarie Locali, alle 2.000 associazioni locali di Terzo Settore, alla fine degli anni ’90: il Servizio Civile diviene una risorsa sociale per il Paese.
Il 06 Marzo 2001 il Parlamento Italiano approva la legge n° 64 che istituisce il Servizio Civile Nazionale come servizio volontario aperto anche alle donne e alternativo al servizio militare:
concorre alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari;
favorisce la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale;
promuove la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla pace fra i popoli;
partecipa alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riguardo ai settori ambientale, forestale, storico-artistico, culturale e della protezione civile;
contribuisce alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante attività svolte anche in enti ed amministrazioni operanti all’estero.
Il 01 gennaio 2005, in seguito alla sospensione della leva militare obbligatoria (legge 23 agosto 2004 n° 226 ), il servizio civile diventa volontario e ammette le cittadine e i cittadini italiani dai 18 ai 28 anni (‘art. 3 comma 1 del d.lgs n°77 del 5 aprile 2002), che intendono effettuare un percorso di formazione nei settori dell’assistenza, della protezione civile, dell’ambiente, del patrimonio artistico e culturale, dell’educazione e promozione culturale, del servizio civile all’estero.
Gli enti di servizio civile nazionale devono garantire ai volontari un’autentica esperienza di crescita personale e di miglioramento delle loro capacità, devono comunicare in modo trasparente le proprie proposte ai giovani ed operare affinché l’impiego dei volontari risulti utile alla collettività ed efficiente in rapporto alle risorse pubbliche impiegate.